Gli Angeli senz'alientrano nelle nostre vitecol suono della brezzache investe le sere autunnali,portando colore e profumoalle nostre anime,spesso rassegnateal perpetuo grigioredell'esistenzae se ne vanno in silenziolasciando un saluto di luceSono sempre accanto a noie mai ci abbandonanoLi incontriamo per stradanel silenzio della notteo nel bagliore del giorno,li vediamo perdersi nell'infinito del maree nella pienezza della luce.Nulla di angeli cosi riconosce in lorotranne lo sguardo e il lucente sorrisoricordi di un tempo lontanotrascorsonei sogni del cielo...
Non vi parlerò di Murakami
ma di quanto sia bello il ricamo di un ricordo
nel tessuto dei nostri giorni.
Del nostro quotidiano.
Ricordare ci aiuta a non perdere per sempre le "cose importanti"
o anche semplicemente quelle "cose", quelle persone,
quei gesti che hanno significato qualcosa per noi in un certo momento.
I ricordi fanno scintillare in eterno un sorriso.
I ricordi rinnovano profumi che ci hanno sedotto.
O come scrisse il grande poeta Kahlil Gibran
"i ricordi sono un modo di incontrarsi".
La memoria è un territorio di incontri,
che ricuce gli strappi del tempo
e re-inventa uno spazio tutto privato.
Qualcuno mi risponderà che un ricordo è un traditore
che ti ferisce alle spalle, mentre meno te l'aspetti.
Chissà può darsi.
Qualcuno forse avrà visto quel gran capolavoro cinematografico
che è "The eternal sunshine of the spotless mind"
(tradotto nell'abominevole "Se mi lasci ti cancello")
in cui un uomo - Jim Carrey - lasciato dalla propria donna - Kate Winslet -
per non soffrire più di mal d'amore si fa cancellare la memoria.
Salvo poi pentirsene,
perché i ricordi anche quando fanno male ci ricordano
(scusate il gioco di parole)
di essere vivi e umani.
Per chiudere con Cesare Pavese:
"A che serve passare dei giorni se non si ricordano?"